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L'antico Carnevale Romano e la corsa dei Moccoletti


MARTEDI' GRASSO 

Se il carnevale 2018 è all'insegna della fiamma olimpica di Pyeongchang, a Roma nella storia ci sono stati molti Martedì Grasso nel segno della Festa dei Moccoletti.

Per secoli infatti i romani spegnevano il loro carnevale insieme al lumino del vicino, in uno spettacolare tutti contro tutti ormai scomparso.


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IL CARNEVALE ROMANO DI UN TEMPO 

Diciamolo chiaramente. Lo scopo del Carnevale è quello di divertirsi, gozzovigliare e far baldoria prima della Quaresima, un lungo periodo fatto di preghiera, astinenza e contrizione. 

E Roma, centro della cristianità dal più che glorioso passato pagano, festeggiava alla grande fin dal medioevo. Ma è nel Rinascimento che il Carnevale Romano acquista una grande popolarità. Ricordiamoci che siamo nella città eterna della statua di Pasquino con i suoi impertinenti pizzini anonimi, della sfarzosa Curia Papale, della mondanità imperante. E anche il successivo clima "morigerato" della Controriforma non fece altro che scatenare ancora più eccessi.

Insomma, fino al XIX secolo la grande festa terminava la notte di Martedì Grasso dopo 11 giorni di giochi, corse, spettacoli, folklore, sfilate in maschera. 

Se detto così ti sembra poco, ti rimando alla ricca spiegazione del Carnevale Romano presente su Roma Virtuale.



I MOCCOLETTI 

Noi, purtroppo, dobbiamo concentrarci solo sulla sera dell'ultimo giorno, martedì grasso.

Per secoli, terminata la tradizionale e pericolosa corsa dei cavalli berberi lanciati senza fantino da Piazza del Popolo a Piazza Venezia, il Carnevale si chiudeva (anzi, spegneva) con la Festa dei Moccoletti

Immaginiamoci la fiumana di persone che inizia a percorre a ritroso Via del Corso, portando ognuno una piccola fiammella, una candela per rischiararsi la strada sempre più buia con la notte che

"Mor'ammazzato chi non porta er moccolo!"

E via, per la gioia dei tutori dell'ordine, è subito caos, baraonda, follia delle folle di corsa. La frase passa di bocca in bocca e ognuno cerca di proteggere il proprio lumicino da assalti di soffi vicini, mentre prova a restituire il favore. Si corre e rincorre, si ride e ci si fa beffe di chi è rimasto con il moccolo spento. 

Già, perchè moccolo in romano non è soltanto il rimasuglio della candela ormai esaurita, ma anche parole di sberleffo, scherno e bravate conviviali (pensa infatti al detto reggere il moccolo). 

I Moccoli, intanto, vengono tutti sopraffatti e pian piano l'oscurità inizia a diventare opprimente, soffocante. Spegnendo il carnevale



OGGI 

Fino a che è durata, la Festa dei Moccoletti ha attirato curiosità, divertimento e partecipazione. 

Perfino Dickens e Millet rimasero folgorati da questo tripudio di luci, mentre Goethe ci ha lasciato una stupenda descrizione della festa (puoi leggerla qui, sul sito Roma Sparita).

Eppure, a parte un breve ritorno nel 1999, pare che la tradizione della Festa dei Moccoletti si sia spenta. Forse è un incubo per quanto riguarda la sicurezza, ma si potrebbe rilanciare frammentandola in diverse tranche o utilizzando qualche tipologia di moccolo 4.0, meno rischioso e più rispettoso dell'ambiente. 

   

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