Folle di corsa e la fuga dal gregge
PECORE ALLE CALCAGNA
Non so come iniziare e quindi lo scrivo senza pensarci troppo: sono stato inseguito da un gregge di pecore.
IN QUEL DI RE
Era una mattina tersa di metà agosto che oramai, passato mezzodì, virava lentamente verso un pomeriggio caldo e assolato.
Ero alla scoperta di Re (VB), monosillabico Comune della Val Vigezzo famoso soprattutto per il grande e imponente Santuario, sorto nel mezzo del verde a seguito di un miracolo avvenuto sul finire del XV secolo. Imponente nella sua versione moderna grigio-azzurra, la costruzione sembrava uscita dalla versione cinematografica de Il Signore degli Anelli firmata Peter Jackson.
Una foto qui e una là, una indagine lì e una là, mi allontano in direzione del vicino ponte romanico che da secoli permette il passaggio della stretta gola sul fiume Melezzo.
OLTRE AL PONTE
Beh, non voglio dirti nient'altro sul ponte a schiena d'asino, solo che vale la pena vederlo e camminarci sopra.
Fa parte di un puntuale, simpatico e accattivante percorso guidato in 4 passi che ti aiuta a comprendere il piccolo parco archeologico, naturale, geologico tutto intorno a te. Insomma, da applausi.
Per continuare nella visita e passare sull'altro versante della stretta valle devi comunque aprire – e soprattutto chiudere – un piccolo cancelletto. Prima sei sul ponte, poi sulla terra ferma.
E il percorso continua su una sottile striscia asfaltata che si inerpica sulla collina o segue dall'alto il fiume, all'ombra di migliaia di foglie o in vaste distese erbose che permettono una splendida vista della Valle, di Re e del suo Santuario.
BEEEEEEE!
Ed eccoci qui, condotto dalla stradina al limitare della più grande di queste distese di erbetta. Re oltre il fiume e un tranquillo gregge di pecore ad una cinquantina di metri davanti a me.
Senza muovermi né emettere un sibilo, faccio una foto agli ovini, cercando inutilmente di inquadrare anche il maestoso Santuario. Le pecore, nell'immagine, sembrano tanti sassi lontani.
Beeeeeeeeee!
Laggiù in fondo, uno di quei sassi di lana inizia a trotterellare decisa verso di me. Avrà visto un filo d'erba più verde degli altri ...
Beeeee! Beeeeee!
Altre due, tre, cinque, dieci pecore la seguono, tutte con passo affrettato e con gli occhi su di me. Ovviamente, penso senza muovermi, non sono io l'oggetto delle loro attenzioni ...
Beeeee! Beeee!
Sono a trenta metri da me e non si fermano, anzi, accelerano. Formazione a cuneo. La prima che si è mossa guida il gruppo. Dubbioso, mi gratto la testa: dovrò spostarmi dalla strada?
BEEEEEEEEE!
25 metri. Impossibile, ridacchio tra me, ma allora quel film con le pecore assassine? una profezia?
20 metri. Qual era l'animale con cui dovevi stare fermo immobile?
15 metri.
FIFA DI CORSA
Già. Nella vita di un blogger di corsa arriva quel momento in cui girarsi e alzare i tacchi. Il più velocemente possibile.
Inizio a correre, una mano allo zaino per aiutarmi nel bilanciamento e l'altra a tenere pantaloni con tasche stracariche.
A tutta, in discesa, un destra e sinistra infinito. In una corsa di Pamplona in variante ovina e vigezzina, la pecora capofila mi insegue per una cinquantina di metri.
Smettono di corrermi dietro e tornano tranquillamente alla loro distesa erbosa, consentendomi persino di ritornare pian piano alla mia gita, di passare loro accanto e persino di fare qualche foto.
Bah ... Anzi, beeh.
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